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In un susseguirsi di castelli, borghi antichi e monasteri, l'Abruzzo si può girare anche attraverso un itinerario al sapor di zafferano.




(29/12/2005) Contrasta l'invecchiamento, stimola il metabolismo e abbassa il colesterolo. La sua è una storia antica di 3500 anni, durante i quali è stato utilizzato farmacologicamente per le sue proprietà disintossicanti e gli effetti depurativi, dalla medicina tradizionale cinese come elisir di lunga vita e, infine, dalla cucina. Parliamo dello zafferano, la spezia dal sapore particolare e dall’inconfondibile colore giallo, ingrediente principe del risotto alla milanese e del "brodetto di pesce" dell'Adriatico.

Eppure il vero zafferano non viene dalla Lombardia, ma piuttosto dall’Abruzzo. Il bulbo dei prezioso Crocus Sativus -  fiore mediorientale introdotto nella penisola italiana, precisamente in Abbruzzo, intorno al 1300 dal frate domenicano Domenico Santucci di Navellim -  ha fatto la fortuna dell’altopiano di Navelli, località a 24 chilometri da L’Aquila. Questa è l'unica zona in Italia dove lo zafferano cresce sano e purissimo.

In autunno questa valle a 700 metri di altitudine si tinge di viola, il colore dei piccoli stimmi rossi del fiore, e i contadini ripetono una tradizione millenaria: nelle ultime ore della notte, quando il fiore di zafferano sprigiona con forza il suo profumo, percorrono i campi raccogliendo con delicatezza ed uno ad uno i piccoli fiori, poi separati manualmente, incisi con l’unghia ed essiccati nello stesso giorno di raccolta.

Navelli e la sua frazione Civitaretenga tengono ancora vivo il culto per questo prodotto che, come dicevamo, ha fatto la fortuna di questa area e anche quella dei vicini centri di  Camporciano, San Pio delle Camere e Prata D'Ansidonia. La piana si trova su un antico tratturo, oggi statale 17 dell'Appennino Abruzzese, che in passato veniva attraversato ogni autunno da centinaia di migliaia di pecore che erano condotte a svernare sulla costa.

Nei luoghi di passaggio dei pastori, che si fermavano a trascorrere le notti presso chiese poste ai lati della strada, sono rimasti castelli, centri storici - come Caporciano e, appunto, Navelli -  monasteri e palazzi che testimoniano un passato fra i più interessanti dell'intera provincia de L’Aquila. 

A coloro i quali percorrono la strada che attraversa la piana, Navelli appare all'improvviso, come una nave color pietra adagiata sulla collina. La stessa imbarcazione che, con le vele spiegate, si trova incisa sulla pietra degli stemmi comunali sparsi per il paese e sul legno del portale della chiesa parrocchiale.

Il suo centro storico ha mantenuto intatto l’impianto medievale arricchito dalla raffinata architettura degli edifici, le pietre lavorate dei balconi, degli architravi e delle colonnine che adornano le finestre. Merita una visita il palazzo castellato, palazzo Cantucci, una massiccia e armonica struttura architettonica di epoca tardo-rinascimentale che domina il paese e la piana.

Nella frazione di Civitaretenga si trovano l'antico monastero di Sant'Antonio, il cui chiostro ha mantenuto intatto l'impianto del XIII secolo mentre la chiesa annessa è rinascimentale, e la settecentesca chiesa dedicata a San Salvatore, decorata con pregevoli stucchi. A poca distanza c’è l'area archeologica Peltuinum, simbolo storico della zona, che nel III sec a.C. fu un'importante prefettura romana posizionata strategicamente sulla Claudia Nova, corrispondente al successivo tratturo e che oggi si trova nel territorio del Comune di Prata D'Ansidonia, piccolo borgo murato.






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